La carenza di vitamina-D aumenta il rischio di deterioramento cognitivo
Recenti studi europei hanno inidcato che la carenza di vitamina-D è associata ad aumentata probabilità di decadimento cognitivo e di demenza in età avanzata, anche se precedenti risultati provenienti dagli Stati Uniti hanno fornito risultati contrastanti.
L'interesse riguardo alla vitamina D si è intensificato; la ricerca ha mostrato che questa vitamina potrebbe giocare un ruolo in una varietà di malattie associate all'età.
David Llewellyn dell’University of Exeter Peninsula Medical School ( Gran Bretagna ), e colleghi hanno esaminato i dati di 3.325 adulti di età uguale o superiore a 65 anni, partecipanti allo studio NHANES III ( Third National Health & Nutrition Examination Survey ).
I livelli di vitamina D sono stati misurati da campioni di sangue e confrontati con le performance cognitive generali, misurate mediante test di memoria, orientamento nel tempo e nello spazio, e capacità di mantenimento dell'attenzione.
E’ stato riscontrato che la probabilità di compromissione cognitiva era circa il 42% più alta in coloro che erano carenti di vitamina-D, e del 394% maggiore tra le persone che erano gravemente carenti.
Secondo Llewellyn, la maggior parte degli anziani negli Stati Uniti ha insufficienti livelli di vitamina-D, perché la pelle, con l’età, diventa meno efficiente nella produzione di vitamina D, e la luce solare ( raggi UVB ) è limitata per gran parte dell'anno.
Gli integratori di Vitamina-D hanno dimostrato di essere sicuri, economici ed efficaci nel trattamento del deficit vitaminico. Tuttavia, pochi alimenti contengono vitamina-D e i livelli di integrazione sono spesso inadeguati.
Ricerche potranno chiarire se la supplementazione a base di Vitamina-D abbia un potenziale terapeutico per la demenza.
Fonte: Alzheimer’s Association, 2010
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